Lo spirito del fiume
Il potere di attrazione dell’acqua
Se hai la fortuna, l’occasione, la possibilità di scoprire quello che il fiume cela nascosto tra le sue acque una cosa è certa, non potrai mai più farne a meno. Questa è la storia di chi ha vissuto il fiume nel tratto che scorre da Moncalieri e Torino.
In molti vivono il fiume, praticando sport come il kayak, il canottaggio lo stand up paddling, sudando e faticando, sport che richiedono generosità e fatica dedizione e determinazione. Con il passare del tempo le persone che una volta erano ragazzi e senza saperlo si ritrovavano sul fiume per gli allenamenti, per divertirsi, per stare insieme, continuano a farlo anche dopo decenni provando le medesime sensazioni. Il fiume diventa un richiamo, un bisogno, restare lontani per troppo tempo lo fa diventare una un’esigenza. Così si torna, si calano le barche in acqua, si prendono le pagaie o i remi e lo si ripercorre, da soli o insieme con gli amici. Non ci si può esimere da questo richiamo.
Il fiume ti offre l’avventura, ti dimostra la forza travolgente della natura quando è in piena, e solo pochi sono in grado e si arrischiano a navigarlo in quelle condizioni.
Chi ha vissuto tutto questo sa come affrontare sia il pericolo che la tranquillità di queste acque, prendendo parte alla vita di una risorsa di cui spesso non consideriamo la grande fortuna di averla sotto casa. Città straniere ci invidiano il nostro fiume, il più lungo d’Italia, che passa di fianco alle nostre case. A fargli da scudo e corona, le stupende colline del comprensorio Torinese. La maggior parte delle persone non si accorge di questa meravigliosa realtà, solo coloro che vivono questa emozione, questa esigenza del fiume, la riconoscono ogni volta. Diventando partecipi e consapevoli di questa grande fortuna. Lo si comprende negli sguardi divertiti dei bambini che durante le uscite sul fiume, organizzate dai vari centri estivi, desiderano tuffarsi senza paura.
Giocare a buttarsi in acqua, risalire sul kayak o sul SUP e poi rituffarsi. Il Po è oramai monitorato continuamente dal punto di vista batteriologico, ed è pulito. Ad agosto 2019, sul fiume si è disputato un grand prix di Triathlon, con la partecipazione di grandi campioni arrivati da tutte le parti del mondo, e ovviamente il nuoto si è svolto nel fiume. Fiume che oramai da circa sette anni supera a pieni voti le prove batteriologiche.
Oggi è uno di quei momenti di ricongiungimento con il fiume insieme a Marco Penna e Maura Paruzzo.
Marco è amico canoista di lunga data, le prime pagaiate le abbiamo date insieme e continuiamo a inseguirci sul fiume divertendoci e allenandoci. Marco è atleta master di alto livello, in lui non si è ancora spenta la passione delle gare in kayak, continua a macinare km e vincere medaglie.
Maura l’ho conosciuta qualche anno fa, al Gran Bar per un incontro di lavoro dove si parlava di Kayak, Surfsky e di organizzazione di gare sportive. Lei si è innamorata della canoa e ha deciso di diventare imprenditrice e costruirle, le canoe. Ha creato il Surfcruise, un brand che ha dato il nome ad un Surfky da turismo, una canoa sit on top, agile veloce e sicura, dal design accattivante e innovativo.
Che cosa accomuna Maura e Marco? Sicuramente il nostro fiume, inoltre entrambi vivono in collina, Maura a Revigliasco e Marco a Baldissero.
“Marco cosa ti ha dato il fiume in cambio della tua dedizione verso lo sport del Kayak?”
“Ho cominciato a fare canoa a causa di grossi problemi fisici legati a un sottosviluppo muscolare, i primi anni sono stati duri, perché, come tu sai, la canoa richiede molta forza, ma con costanza e dedizione sono riuscito prima a diventare normale e poi atleta. I traguardi raggiunti negli anni mi hanno rinforzato fisicamente e soprattutto mi hanno dato sicurezza in me stesso, aiutandomi nella vita di tutti i giorni. Con gli amici che ho conosciuto e che condividono con me la stessa passione ho costruito un legame molto forte, reso ancora più forte per le esperienze di gare e imprese vissute insieme. Il fiume ha un grande potere, le emozioni che regala lasciano un segno indelebile, un marchio. Chi ha vissuto queste esperienze, sentirà per sempre il suo richiamo, e la nostra grande fortuna è che il fiume lo abbiamo sotto casa.”
“Maura, perché costruire una canoa da mare a Moncalieri?”
“In quanto Moncalierese il primo luogo dove ho praticato canoa è stato il Po, è uno sport spesso considerato insolito o comunque di nicchia. Per me invece è una vera grande passione. Per questo quando insieme alla mia amica e oggi mia socia abbiamo pensato al Surfcruise, abbiamo immaginato una canoa che si adattasse al mare, al fiume, al lago e che potesse essere al tempo stesso stabile, sicura e veloce.”
“Cosa ti ha fatto appassionare all’acqua tanto da costruire il Surfcruise?”
“A me personalmente è sempre piaciuto praticare sport all’aria aperta, uno sport come la canoa che ci consente di essere a contatto con l’elemento stesso della vita che sia al mare, al lago o al fiume. Una delle cose che me piace di più, soprattutto sul fiume, è sentire la forza stessa della natura attraverso il moto fluido del fiume e la sua potenza sull’imbarcazione immergendo la pagaia nelle sue acque per poter avanzare con un gesto antico. Vedere la nostra città dal fiume è un’esperienza che vorrei molti potessero condividere, troppo spesso ci dimentichiamo che molte città, e Moncalieri così come altre, sono sorte proprio in funzione del fiume e della sua navigabilità. Vederle dalla prospettiva del fiume significa immergersi in un inaspettato silenzio ed in una natura che ancora resiste nonostante i tanti affronti dell’uomo. Surfcruise è per me non solo il progetto di una canoa ma il desiderio di avvicinare più persone a questo sport e direi a questa filosofia di vita.”
Si ringrazia il Circolo Canottieri Caprera per il supporto logistico.
Immagini fotografiche: Vergnano&Vergnano
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