Si può camminare sul Po?
SUP è l’acronimo di Stand up Paddle. La cosa simpatica è che quando mi capita di parlarne spesso molti capiscono Sub, e visto che prima ovviamente spiego che lo faccio anche sul Po, sgranano gli occhi e dicono, “ma dai fai Sub nel Po?” La cosa divertente è che sono due sport opposti, col SUP si sta sopra, col sub si va sotto. Con questa piccola premessa faccio una breve descrizione di che cos’è il SUP dal punto di vista tecnico, e poi vi racconterò come è arrivato anche qua in Piemonte sul nostro fiume Po.
Il modo di andare su una tavola con una pagaia risale a molto tempo fa. In tantissimi popoli specialmente in Oceania e Papua Nuova Guinea, esisteva ed esiste tuttora la metodica di pagaiata in stazione eretta. Sembra infatti che le prime tracce di quello che ancora non si chiamava SUP ma che era molto simile, si trovino nei diari dell’esploratore inglese James Cook che nel 1778, sbarcando nelle isole Hawaii vide alcuni uomini della popolazione nativa divertirsi cavalcando le onde sopra a lunghe tavole in legno.
Sembra inoltre, che il SUP “vero e proprio” sia nato quasi per caso: intorno agli anni ’50, all’epoca dei primi “Beachboys”, i surfisti che comparivano sulle riviste e sui quotidiani americani, uno dei due celebri fratelli Ah Choy decise di provare a scattare fotografie ai surfisti durante l’azione: prese una tavola e una pagaia e si spinse a largo, per avvicinarsi e coglierne meglio le manovre. Stava nascendo, senza che nessuno l’avesse deciso, lo Stand Up Paddling.
In Italia la disciplina ha iniziato a prendere piede circa dieci anni fa, in pochi anni ha raggiunto un successo insperato sia a livello amatoriale, grazie a un pubblico di appassionati che cresce di anno in anno in modo contagioso, sia a livello professionistico, con numerose competizioni, suddivise in SUP Wave e SUP Race, che vengono organizzate in diverse località.
Ora vediamo come si è sviluppato il SUP sul Po
Ho scoperto il SUP nel 2006 all’Isola del Giglio durante l’edizione dei campionati Europei di canoa polinesiana. Il mio amico hawaiano Jym Foti, per l’occasione aveva portato due tavole da Stand up Paddling, mi ricordo che al termine della gara tutti quanti ci siamo cimentati nel cercare di starci sopra ovviamente in piedi. È stato divertente, il fatto di stare in piedi su una tavola era una sensazione veramente particolare. Da quel giorno tornato a Torino, per tutto quel primo anno ho usato una vecchia tavola da windsurf, prestatami da un amico, e mi sono costruito un SUP ricavandolo da una pagaia da canadese allungando il manico. Per tutto il 2006 ho girato sul Po, con quella tavola improponibile con dei galleggianti di polistirolo perché non avevo abbastanza volume per tenermi su. Ovviamente tutti i miei amici canoisti e canottieri credevano che fossi impazzito a uscire con una roba del genere. Alla fine ero diventato il pazzo disadattato del Po.
Nel 2007 inizio a fare le gare e compro le prime tavole vere da SUP, a quel punto cominciano a incuriosirsi anche altre persone, insegno ad andare in SUP ai miei figli a mia moglie e a molti amici e amiche. Nel 2008 entro nel team sportivo della BIC, come atleta master. Da lì grazie all’esperienza pluriennale con tutti i vari tipi di canoa sul fiume e sul mare, ottengo dei buoni risultati nelle gare nazionali e conquisto anche qualche podio in gare importanti. L’accordo con l’azienda Bic Spa mi permette di cominciare a divulgare il SUP anche qua in Piemonte, acquisto delle tavole da paddling, inizio a fare i primi corsi e organizzare le prime attività. Per ben tre anni a Torino è presente una squadra femminile con delle bravissime atlete che vorrei citare, in primis mia moglie Simonetta Perosino e poi Silvia Ronco e Simona Mereu che per 2 anni si sono cimentate in numerose competizioni nazionali e anche internazionali, ottenendo ottimi risultati. Così il SUP ha preso piede anche sul Po, di li a poco anche altri amici si aggregano e diventano dei Suppisti d’eccellenza. Willy Basone con il qualche anni fa abbiamo partecipato alla gara internazionale Outdormix Festival scendendo in gara la Durance. Stefano Tortone, diventato anche lui un grande appassionato di SUP. Francesco Palombella, uno dei primi suppisti ad appassionarsi al fiume, insieme abbiamo fatto tante gare sia nazionali che internazionali, anche in condizioni meteorologiche veramente pazzesche.
Fare SUP sul nostro fiume, che per un lunghissimo tratto abbraccia tutta la nostra collina da Moncalieri fino a San Mauro, è meraviglioso. Può essere navigato in tutta tranquillità e sicurezza. Il SUP regala una fortissima sensazione di libertà, pagaiare in piedi permette di avere una visione diversa sull’orizzonte, sentire con i piedi il movimento dell’acqua, le increspature, le onde sono sensazioni particolari e intense. Da ben 14 anni qui tra le colline Torinesi, il SUP è diventato una realtà importante.
Specialmente nell’ultimo anno tantissime persone dopo averlo provato in mare chiedono di imparare di approfondire la tecnica e capirne tutte le potenzialità, ma basta guardare la bellezza del nostro fiume per farsi venire la voglia di osare, e di camminarci sopra.
Cosa c’è di meglio di una tavola da SUP per fare questo. Qualcuno a volte è intimorito dal fiume, per la corrente, per il colore. Ma la corrente, a parte quando sale di livello a causa delle piene, non presenta alcun pericolo. Il colore e scuro come quello di tutti i fiumi, alle Maldive mica c’è l’hanno un fiume come il nostro, e certamente ce l’ho invidiano.
Quindi non ci resta che provare a camminare sull’acqua, e vi assicuro che è facile, per riuscirci non ci vuole un miracolo, ma un po’ di coraggio e determinazione.
Immagini fotografiche: Vergnano&Vergnano
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