L’incanto del canto degli uccellini
A spasso per i sentieri del Parco Naturale di Superga
Passeggiando lungo i numerosi e bellissimi sentieri del Parco della Collina di Superga, a due passi da Torino, specialmente in primavera-estate è facile lasciarsi sorprendere e trasportare dal canto di numerosi uccellini, nascosti tra le foglie dei rami ed i cespugli, invisibili, se non ad uno sguardo più attento. Questi sentieri nei boschi costituiti di latifoglie a prevalenza di querce e di castagno sono rifugio e casa di molte specie di volatili stanziali o migratori che variano a seconda delle stagioni. Tutto un mondo si propone e si rivela ad ogni passo. Bello è dunque passeggiare, fermarsi, ed ascoltare la grande varietà di suoni, versi e gorgheggi. Capiterà così di scorgere, tra le specie stanziali, le vivaci e socievoli cincie, uccelli passeriformi, di diverse specie, appartenenti alla famiglia dei Paridi. Si nutrono di insetti, frutta bacche e semi a seconda della disponibilità stagionale, e nidificano nelle cavità degli alberi.
Dai colori giallo nero e bianco le cinciallegre (Parus major) sono tra le cince più grandi.
La piccola cinciarella (Cyanistes caeruleus) dalla colorazione blu cobalto sulla nuca e sulla coda.
Le cince bigie (Poecile palustris).
Spesso, aggrappato ai rami di un albero, si muove alla ricerca di cibo un picchio muratore (Sitta Europaea) che picchio non è, infatti non appartiene alla specie dei picchi. Sicuramente, però, muratore lo è, poiché nidifica in cavità di alberi o in nidi abbandonati, chiudendone l’ingresso a sua misura con un impasto di fango.
È davvero sorprendente la vita che ci circonda nelle nostre passeggiate, se solo si presta attenzione e si cammina con il naso all’insù. Senza incespicare, però. Questo è il periodo della riproduzione e molti sono i nidi ed i nuovi nati al primo involo che, con occhi spalancati sul mondo, si apprestano, nel giro di poche settimane, a diventare giovani adulti autonomi. In avifauna sovente i giovani dell’anno sono delle medesime dimensioni degli adulti che li nutrono amorevolmente al nido, ma hanno un piumaggio in alcune specie molto differente, in altre solo più sbiadito.
Il pettirosso (Erithacus rubecula), che tutti noi riconosciamo facilmente da adulto per la caratteristica macchia arancione sul petto, da piccino è completamente diverso, con un piumaggio molto più simile a quello dello scricciolo, dal quale si può facilmente distinguere per le maggiori dimensioni.
Un giovane pettirosso (Erithacus rubecula).
Tra gli amici di passaggio in questo periodo possiamo incontrare, con un po’ di fortuna, la balia nera dal collare (Ficedula albicollis) specie abbastanza rara, ma presente in Italia lungo tutte le Alpi e gli Appennini, più localmente, in presenza di querceti, castagneti o faggete mature posti a quote di poco inferiori ai 1.000 m.
Un luì piccolo (Phylloscopus collybita) di nome e di fatto. È infatti un uccellino di dimensioni piccolissime 11 cm per 8 gr. di peso, ma con un cuore d’acciaio, in grado di volare fino in Africa settentrionale per svernare.
Immagini fotografiche: Monica Viora
Bel lavoro Monica. Sarà una bella nuova esperienza !!