Il paese delle leggende
La porta d’ingresso nel Monferrato
Morbidamente adagiato sulle colline a nord-est di Chieri, a poco più di 26 chilometri dal centro di Torino, Arignano è l’ultimo comune Torinese alle porte del Monferrato. La sua storia affonda le radici nel tempo. Nel periodo dell’Impero Romano il castello fortificato resiste all’assedio di Giulio Cesare che, in marcia verso le Alpi, cerca rifornimenti per il suo esercito. L’Imperatore chiama questo forte ribelle Larignum per la grande quantità di larici che crescono nella zona, e quindi può essere che da Larigno derivi l’attuale nome di Arignano. Le origini del comune sono testimoniate da due diplomi imperiali datati intorno all’anno 1000. Dal XIII al XVIII secolo è feudo di Chieri sotto il dominio di diverse famiglie, tra le quali spiccano i Garibaldi, i Costa, i Polonghera e l’ultima, i Costa della Trinità.
Dici Arignano e pensi alla sua Rocca.
Se ne ha notizia già nell’anno 1047 in un diploma dell’Imperatore Enrico III di Franconia in favore del capitolo di San Salvatore di Torino.
La Rocca sorge nella parte più alta del paese ed è caratterizzata da un’imponente torre quadrata ornata con i merli tipici del periodo in cui è stata costruita ed è rimasta praticamente immutata dal XV secolo. Del complesso iniziale, formato da un basso muro di protezione, un palazzo di abitazione e un mastio quadrato, sono oggi visibili una parte del mastio e poco altro. Il castello superiore fu quasi distrutto nel XIV secolo dalle milizie di ventura di Facino Cane.
La Rocca può vantare una sua leggenda. Pare infatti che sia stata la sede degli esperimenti dal celebre alchimista Cagliostro, nella sua ricerca della mitica pietra filosofale, quella che permetteva di trasformare un metallo in oro.
Ma non è tutto. Una credenza popolare parla della presenza tra le sue mura di un fantasma!
Molto più prosaicamente, oggi la Rocca, acquistata nel 2018 da privati, è in fase di ristrutturazione. Nel suo futuro sono previste una scuola di cucina e una locanda, caratterizzate dalla riscoperta di usanze e ricette antiche e legate alle stagioni. La cucina sarà all’impronta del benessere e utilizzerà materie prime prodotte al suo interno.
Arignano è poi famosa anche per il lago, anch’esso con una storia particolare.
Realizzato come bacino artificiale dal conte Paolo Remigio Costa e della Trinità intorno al 1839 per fronteggiare i periodi di siccità e consentire l’irrigazione dei campi, viene utilizzato nel periodo natalizio per la raccolta del ghiaccio, che sarà immagazzinato nella ghiacciaia dei Costa da parte di tutti gli arignanesi dotati di carri e cavalli. Il declino della stirpe coincide con quello del lago, che nel 1980 viene svuotato. Nel 2005 risorge, con l’obiettivo di diventare un’oasi naturalistica. Oggi non sono permessi l’uso delle sue acque per l’irrigazione e la pesca, perché non è stato provveduto al suo ripopolamento, ma una visita è d’obbligo per godere di un momento di tranquillità osservando la fauna che lo popola, oche, germani reali, svassi, cormorani, poiane.
E per finire, un piccolo cenno a un’altra leggenda. Pare che nel 1630, Arignano sia stata misteriosamente risparmiata da un’epidemia di peste che colpì Chieri e diverse regioni italiane.
In un periodo come quello che stiamo vivendo, un fatto di questo genere non può passare di certo inosservato!
Immagini fotografiche: Marco Saracco